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Mangiare bio per una settimana

Segnaliamo con piacere questo articolo, che tratta un tema a noi molto caro e cioè l’acquisto di prodotti bio e il loro costo

https://www.today.it/economia/alimentazione-bio-settimana-prova-acquisto.html

In realtà, in questo articolo i temi toccati sono molti, si parla di una crescita esponenziale del mercato del biologico in Italia e il giornalista ci racconta la sua esperienza di acquisto di prodotti bio tra mercato rionale, supermercato, negozi bio e GAS(gruppi di acquisto solidali).
La differenza di costo tra acquistare biologico e convenzionale risulta notevole, si assottiglia però se tendenzialmente si fa una spesa vegana, cioè senza carne, latticini e uova.
Chi ci conosce sa che per noi di Officina l’argomento del costo dei prodotti è molto importante e ci impegniamo costantemente affinché, anche comune sentire, vengano considerati anche i costi nascosti dei prodotti, costi come inquinamento o sfruttamento dei lavoratori che magari non si pagano alla cassa del supermercato ma vengono scaricati sull’intera comunità.
Forse si poteva insistere di più su questo aspetto, che è solo accennato:

Ma la grande differenza è legata all’abbattimento dei costi che i giganti della distribuzione ottengono facendo leva sui produttori: “È l’elemento che ha creato il grande disagio degli agricoltori. Si è puntato il dito contro il Green Deal europeo, ma il punto è garantire il giusto prezzo – osserva Maria Grazia Mammuccini – Si arriva ad acquistare prodotti a dei prezzi che sono inferiori ai costi di produzione. Il risultato? Molti inquinano di più, sfruttano intensivamente il terreno e i lavoratori, come avviene nel caso del caporalato”.

Molto interessante invece è quando si parla dei GAS(gruppi si acquisto solidale), anche questa è una realtà che conosciamo bene perché Officina Solidale nasce proprio come evoluzione di un GAS, cioè un gruppo di cittadini che si unisce e cerca le migliori opportunità di acquisto contattando direttamente le aziende e “saltando” diversi step di intermediazione nella vendita.

“Un gas è una comunità. È una sorta di alleanza tra cittadini e piccoli produttori. Ce ne sono di vario tipo: il nostro non è un gruppo gerarchico, ognuno di noi gestisce gli acquisti e ciascuno di noi ha contatti con i produttori- ci racconta Sara, una dei componenti del gas romano a cui ci siamo rivolti – a noi non interessa la certificazione, ma il rapporto di fiducia che si sviluppa. Siamo tutti noi i garanti della qualità”.

Insomma, tanti spunti interessanti in questo articolo, si inizia a parlare di fare spesa in maniera differente, di cercare alternative alle enormi pressioni pubblicitarie dei grandi supermercati: è pur vero che ognuno di noi deve fare i conti con il bilancio familiare ed è facile (a volte obbligatorio) cercare il prodotto meno caro.
(E anche qui si apre uno scenario enorme, sul fatto che le fasce più deboli della popolazione siano “costrette” ad acquistare prodotti scadenti e insalubri, e sul come poter invece rendere disponibili A TUTTI dei prodotti buoni a prezzi non impossibili).
Chiudiamo con una osservazione scontata: dobbiamo imparare ad acquistare ad acquistare meno (e meglio) per la nostra salute e per quella del nostro pianeta, ma anche destinando al cibo una parte del nostro budget familiare che magari adesso è destinato ad altri settori (ci lamentiamo per il costo al kilo dei pomodori bio e spendiamo fior di quattrini per uno smartphone ?)